La Dott.ssa Stefania Bellini ci spiega l’importanza e l’utilizzo della danzamovimentoterapia nel trattamento di persone con disabilità.
Grazie alla sua attività di educatrice e assistente scolastica di bambini e ragazzi con varie disabilità, la Dott.ssa Bellini ha maturato l’esigenza di offrire loro un’altra opportunità di incontro con gli altri.
Spinta dalla forte passione per la danza che ha coltivato fin dalla tenera età, la Dott.ssa Stefania Bellini si è specializzata in danzamovimentoterapia presso il Centro Toscano di Arte e Danzaterapia di Firenze dove ha appreso il Metodo Fux.
Il metodo principale è quello proposto dalla ballerina argentina Maria Fux: si tratta di un approccio creativo alla portata di tutti, indipendentemente dall’età e dalla condizione fisica o psichica. La creatività è, infatti, un elemento centrale della danzamovimentoterapia, dove tutto si fonda sull’espressione di sé.
Maria Fux sostiene che “la danza non può esistere isolata dalla società in cui viviamo, non deve essere privilegio di coloro che si definiscono dotati”.
La danzamovimentoterapia, nata in continuità con lo sviluppo della danza moderna negli anni Quaranta per curare i soldati affetti da disturbi psichici, ha finalità sia artistiche sia pedagogiche.
La danzamovimentoterapia si prende cura del soggetto come insieme di corpo ed emozioni e promuove il cambiamento.
Il concetto di “terapia” si riferisce alla nozione di benessere che migliora la capacità d’espressione corporea, la consapevolezza del proprio corpo e la capacità di ascolto delle proprie emozioni e favorisce la multisensorialità attraverso la sperimentazione di molteplici materiali in un clima rilassato e divertente.
La creatività, grazie allo stimolo musicale e agli oggetti ed ai materiali proposti, è veicolo per l’espressione e la trasmissione delle emozioni.
Tutti i soggetti, anche coloro i quali soffrono di disturbi fisici o cognitivi più gravi, sono messi in grado di realizzare giochi creativi attraverso vari materiali e molteplici proposte musicali.
Vengono presentati oggetti, quali palloncini, tessuti, teli elasticizzati, nastrini, carta crespa, canne di bambù che stimolano determinate qualità di movimento (concetto di aperto-chiuso, sopra-sotto, piccolo-grande, davanti-dietro…) e che inducono l’esplorazione dello spazio favorendo una stimolazione plurisensoriale.
Tutto ciò favorisce un primo contatto con se stessi e, soprattutto, con gli altri.
Nella danzamovimentoterapia il movimento viene stimolato, ad esempio, da elastici usati come corde di chitarre, violini o fisarmoniche, ma anche da strumenti musicali veri e propri, quali maracas, tamburelli, nacchere, tubi sonori.
Il corpo diventa esso stesso uno strumento musicale.
Il corpo è la cassa armonica formata dall’ossatura, dalla muscolatura, dalla pelle, dalle corde vocali e dal respiro e, se da un lato è uno strumento a fiato melodico che vibra, dall’altro è uno strumento a percussione ritmico. Molti esercizi si basano, infatti, sull’alternanza di ritmo (movimenti spezzati, il battito cardiaco, il punto) e sulla melodia (movimenti continui, la voce, la linea).
“I pazienti che ho la fortuna di incontrare nella danzaterapia mi insegnano ogni giorno che danzare è oltrepassare i limiti sia fisici che mentali, facendo leva sulle inaspettate risorse che esistono in ognuno di noi”, dice la Dott.ssa Bellini.
Ne è testimonianza Maria Fux che, nonostante sia ultranoveantenne, combatte tuttora i limiti del proprio corpo continuando a danzare.
La Dott.ssa Stefania Bellini effettua i suoi corsi presso il Centro Medico Psicologico.
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